Introduzione
Quando Nicodemo si recò da Yeshua, egli non ebbe neanche il tempo di completare il suo pensiero prima che Yeshua lo sfidasse direttamente con una dichiarazione penetrante. Nicodemo, con riverenza, riconosce la natura straordinaria del Rabbi dicendo:
«Rabbì, noi sappiamo che Tu Sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi segni miracolosi che Tu fai, se Dio non è con lui» (Giov. 3,2)
Tuttavia, la risposta di Yeshua non si limita a confermare l'osservazione di Nicodemo. Con rapidità fulminea, Egli risponde:
«In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il Regno di Dio» (Giov. 3,3)
Apparentemente, Yeshua risponde a una domanda che Nicodemo non aveva ancora formulato, ma in realtà va direttamente al cuore della questione.
Centralità della nuova nascita per vedere il Regno di Dio
Nicodemo, fariseo e maestro di Israele, rappresenta il popolo eletto, profondamente radicato nel Tanakh e nelle promesse di Dio. La sua domanda implicita, come quella di ogni ebreo fedele, riguardava l'olam haba', il Regno messianico: quando sarebbe arrivato e come sarebbe stato possibile farne parte. Yeshua, nella Sua risposta, sfida le aspettative convenzionali, affermando che solo coloro che sono "nati di nuovo" possono vedere il Regno. La perplessità di Nicodemo si manifesta nella sua domanda ingenua:
«Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?» (Giov. 3,4)
Qui, la dicotomia tra il pensiero spirituale di Yeshua e l'interpretazione iper-letterale e naturale di Nicodemo diviene evidente.
Yeshua, con il linguaggio profondo e spirituale che caratterizza il Suo insegnamento, prosegue:
«In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel Regno di Dio» (Giov. 3,5)
La differenza tra vedere e entrare nel Regno diviene chiara. Yeshua si sta rivolgendo a un maestro del Tanakh, Nicodemo, che comprendeva la storia di Mosè e della generazione che, pur avendo visto la Terra Promessa, non vi entrò. Mosè stesso, per aver disobbedito allo Spirito alle acque di Meriba (Num. 20,12), vide ma non poté entrare nel Regno. Al contrario, Giosuè, descritto come un uomo pieno di Spirito (Num. 27,18), e Caleb, con «un altro spirito» (Num. 14,24), guidarono una nuova generazione che abbandonò la schiavitù mentale dell'Egitto.
Il pensiero naturale e la mancanza di comprensione spirituale
Questa narrativa biblica rappresenta un monito per coloro che, pur conoscendo la Scrittura, rimangono intrappolati in una visione naturale delle cose, incapaci di abbracciare la realtà spirituale del Regno. Yeshua sottolinea che vi è una generazione che conosce la Parola di Dio, che ha visto il Regno attraverso le Scritture, ma non può entrarvi perché il loro pensiero rimane confinato alla dimensione naturale. Is. 55,8-9 e Rom. 8,5-6 ci ricordano che i pensieri e le vie di Dio sono molto più alti dei nostri, e solo coloro che sono guidati dallo Spirito possono comprendere pienamente le dinamiche del Regno. Tuttavia, coloro che resistono alla guida dello Spirito, come Nicodemo inizialmente, rischiano di rimanere spiritualmente immaturi, nonostante il loro alti titoli o la loro conoscenza.
Rivelazione spirituale attraverso sogni e visioni
La Bibbia ci mostra ripetutamente come Dio abbia parlato attraverso sogni e visioni, trasmettendo rivelazioni decisive. Se i protagonisti biblici avessero ignorato queste rivelazioni, la storia della salvezza sarebbe stata molto diversa. La nascita di Isacco (Gen. 20,3.6-7), l’ascesa di Giuseppe e la preservazione di Israele (Gen. 41,37-41; 45,5; 50,20), il regno di Salomone (1 Re 3,5-15) e la comprensione profetica degli eventi mondiali (Dan. 2; 4) sono tutti esempi di come Dio abbia usato i sogni per guidare la storia della redenzione.
Infine, se Giuseppe non avesse ascoltato il sogno che gli ordinava di prendere Maria come moglie, non ci sarebbe stato Yeshua (Mt. 1,20-24; 2,13.22). E senza Yeshua, non ci sarebbe stata la salvezza attraverso la Sua morte sulla croce. Senza la salvezza, non ci sarebbe stato il dono dello Spirito Santo e, di conseguenza, l'umanità sarebbe rimasta separata per sempre dalla Presenza di Dio. Questa catena di eventi ci insegna quanto sia cruciale rispondere con obbedienza alle rivelazioni di Dio, sia attraverso la Scrittura sia attraverso sogni e visioni, per partecipare pienamente alla vita eterna e alla realizzazione del Regno di Dio.
Guarda il mio video Nascere di nuovo, un concetto antico quanto la Torah