Dichiarazione di Fede Pentecostale
Questa dichiarazione pubblica nasce con il preciso scopo di dissipare ogni ombra, fugare ogni dubbio e spegnere, con la luce della verità, ogni accusa infondata mossa contro questa scuola biblica.
Alcuni, forse per ignoranza, forse per pregiudizio o per altri motivi a noi ignoti, ci attribuiscono una posizione cessazionista, come se rigettassimo l’opera viva, attuale e potente dello Spirito Santo. Nulla di più falso. Nulla di più distante dalla realtà. Con spirito disposto a rendere conto — come ci comanda la Scrittura — a chiunque ci chieda ragione della nostra fede (1 Pt. 3,15), e con il fermo desiderio di affermare ciò che crediamo senza piegarci ai fraintendimenti o alle etichette che altri ci vogliono appiccicare addosso in modo del tutto infondata, rendiamo pubblica questa dichiarazione. Non per difenderci, ma per testimoniare con franchezza e timore del Signore ciò che da sempre insegniamo: che lo Spirito di Dio opera ancora, guida ancora, dona ancora e glorifica Yeshua attraverso la Sua Kehillah.
- A chi ha frainteso, offriamo chiarezza.
- A chi ha accusato, rispondiamo con la verità.
- A chi cerca la verità, diciamo: ascoltateci e leggete con attenzione i nostri articoli prima di inquisire. Se avete domande, lasciate un commento sotto all'articolo di pertinenza.
E chi ha cuore sincero, comprenderà da sé da che parte stiamo.
Se a scandalzzarci è più una virgola fuori posto che un cuore spezzato, siamo i primi a doverci ravvedere piuttosto che insegnare.
In un’epoca in cui le opinioni si moltiplicano più della verità, e in cui i giudizi vengono formulati più sull’eco di dicerie che sulla voce limpida dei fatti, riteniamo doveroso — come scuola biblica fondata sulla Parola e consacrata alla sua sana trasmissione — rilasciare questa dichiarazione pubblica e inequivocabile.
No, non siamo cessazionisti.
E chi lo afferma, o non ci conosce affatto, o non ci ha veramente capiti, oppure ha drammaticamente travisato le nostre parole, il nostro spirito, e soprattutto la nostra posizione dottrinale. Affermazione chiara e non negoziabile:
- Crediamo, insegniamo e proclamiamo che lo Spirito Santo è oggi pienamente attivo.
- Crediamo nella validità e attualità dei charísmata (doni spirituali), delle diakoníai (ministeri) e degli energemata (opere potenti), non come concetti teorici, né come reliquie del passato, ma come realtà vive e operanti nel Corpo del Messia.
Ciò che contestiamo, con zelo, discernimento spirituale e senso critico, è l’abuso, la spettacolarizzazione e la distorsione di alcuni carismi spirituali — in particolare quello del parlare in lingue, spesso ridotto oggi a un’esperienza superficiale, emotiva e priva di fondamento biblico ed ecclesiologico. Denunciare l’abuso di un charìsmata non significa rifiutarlo: è proprio l’amore per la verità e il timore di Dio che ci spingono a fare chiarezza dove rriteniamo regni la balal, confusione.
Nella nostra scuola, l’opera dello Spirito non solo è attivissima, ma è trattata con la massima serietà e timore reverenziale, non in modo estemporaneo o soggettivo, ma con solidità esegetica e rigore ermeneutico, secondo le Scritture — non secondo “rivelazioni” personali autoproclamate. Abbiamo dedicato oltre 20 ore di contenuti audio-visivi (che riconosciamo essere troppo pochi), versati fiumi di inchiostro e scritte montagne di pagine per l'approfondimento di questa specifica realtà, proprio perché riteniamo essenziale conoscere lo Spirito Santo, tanto sconosciuto oggi, così come Egli si è rivelato nella Parola, e non secondo le caricature offerte da certe correnti moderne iper-carismatiche che noi condanniamo e denunciamo (vedasi questo video, per esempio). E paradossalmente, qualunque credente pensa di non avere nessun dono, o nessun ministero o nessuna opera potente da compiere da parte dello Spirito Santo, manifesta una forma di cessazionismo ben più insidiosa di quella che ci viene accusata.
Lo Spirito non è limitato ai carismi più vistosi. Egli opera anche — e forse soprattutto — attraverso quei doni che non fanno rumore, quei ministeri che edificano nel silenzio e nell'ordine, e quelle opere potenti che non cercano il palcoscenico per ricevere applausi ma glorificano il Messia.
Invitiamo pubblicamente chiunque nutra dubbi o sospetti a prendere visione dei nostri contenuti audiovisivi dalla sezione Pillole di ebraicità — accessibili liberamente sul nostro canale — dove ogni posizione è documentata, ogni insegnamento è tracciabile, e ogni parola è pesata alla luce della Scrittura. Chi ci ascolta con cuore onesto e mente aperta e lucida, capirà senza sforzo ciò che approviamo e ciò che rigettiamo, e constaterà che le nostre posizioni sono ben lontane dalle caricature che, con leggerezza o malizia, o per mancanza di comprendonio auto imposto, ci vengono attribuite.
- Come scuola biblica, scegliamo consapevolmente di non alimentare polemiche pubbliche e rifiutiamo qualsiasi accusa o critica personale che possa generare divisioni o rancori tra fratelli e sorelle nel Messia.
- Se su oltre quindicimila contatti diretti e decine e decine di email che riceviamo ogni settimana qualcuno in particolare si sente chiamato in causa dai nostri contenuti, siano essi scritti o audio-visivi, può avere le sue ragioni, ma questa percezione non deve essere scambiata per un attacco diretto o persecuzione personale, soprattutto quando non vengono fatti esplccitamente dei nomi (cosa che noi non faremo mai pubblicamente). Chi ci conosce — e in particolare chi conosce il servizio di Daniele Salamone — sa bene che non temiamo il confronto diretto e non ci nascondiamo dietro allusioni o frasi velate. Che questa realtà la si voglia accettare o meno, non dipende da noi.
- Non replichiamo pubblicamente alle provocazioni attraverso video di botta e risposta, perché abbiamo maturato la convinzione che la Kehillah del Messia debba distinguersi nel mondo per sobrietà, rispetto fraterno e maturità spirituale, specialmente in publbico dove gli empi osservano. Che questa realtà la si voglia accettare o meno, non dipende da noi.
- Tuttavia, non possiamo tacere davanti alla calunnia gratuita o alla superficialità del giudizio irresponsabile, specie quando queste minano o raggirano la realtà delle cose dette in un video o scritte in un articolo da noi e confondono il popolo di Dio.
- La nostra posizione non nasce dal bisogno di difendere e giustificare noi stessi, ma da un profondo senso di responsabilità verso la verità, che siamo chiamati a custodire e a proclamare con franchezza e amore (Ef. 4,15).
- Lo facciamo per amore della Kehillah universale del Messia, realtà di cui ci sentiamo parte e che ci rende tutt'altro che "settari", affinché la luce della verità non sia oscurata dall’ombra della leggerezza, della superficialità o dell’ingiustizia.
- Infine, non riteniamo giusto accusare o denunciare chi, nel tempo, ha dimostrato lealtà, onestà e integrità verso la fede, la sana dottrina e Dio, sapendo riconoscere i propri errori per rivelazione divina e chiedere perdono in pubblico come opera degna di un ravvedimento sincero. Trattare come spazzatura chi ha offerto (e sofferto) una testimonianza di vita cristiana esemplare è contrario a ogni logica del Vangelo. Certi atteggiamenti, anche se spinti da buone intenzioni e nobili motivazioni, non si addicono a chi è chiamato a essere santo: il fine non giustifica i mezzi.
Chi avrà frainteso o capito male la nostra posizione pentecostale, che si ravveda. Chi vorrà capire, che ascolti di più e parli di meno.
Quanto a noi, continuiamo a studiare, imparare e a insegnare la Scrittura con rigore, con trasparenza e onestà sapendo che dobbiamo rendere conto al giudizio ultimo Dio e non a quello discutibile degli uomini, secondo la Parola e per mezzo dello Spirito, confidando che solo il Signore possa rivelare pienamente i cuori e condurre ciascuno alla verità.
Le seguenti sono le pneumatikà elencate dall'apostolo Paolo, ovvero le azioni trinitarie compute dallo Spirito Santo
attraverso tutti credenti nati di nuovo, chi in un modo chi in un altro, dunque battezzati nello Spirito Santo.
Crediamo alla loro piena attività e funzionalità ancora oggi.
CHARISMATA
Doni di grazia, in relazione allo Spirito.
- Parola di sapienza (1 Cor. 12,8)
- Parola di conoscenza (1 Cor. 12,8)
- Fede (1 Cor. 12,9)
- Guarigioni (1 Cor. 12,9.28.30)
- Miracoli (1 Cor. 12,10.28)
- Profezia/predicazione (1 Cor. 12,10; Rom. 12,6)
- Discernimento (1 Cor. 12,10; 1 Giov. 4,1-3)
- Diversità di lingue straniere (1 Cor. 12,10.30)
- Interpretazione lingue (1 Cor. 12,10.30)
- Assistenza (1 Cor. 12,28)
- Servizio (Rom. 12,7)
- Insegnamento (Rom. 12,7)
- Esortazione (Rom. 12,8)
- Generosità nel condividere/liberalità (Rom. 12,8)
- Presidenza (Rom. 12,8)
- Governo (Rom. 12,8)
Crediamo che lo Spirito Santo non distribuisca i charísmata come doti permanenti attribuite a singoli individui, elevandoli a "superuomini", ma che Egli operi mediante questi doni in modo dinamico, secondo i bisogni, le circostanze e la Sua volontà sovrana. In certi momenti lo Spirito si serve di una persona, in altri di un’altra, affinché l’edificazione della Kehillah, locale e univerale, avvenga per mezzo della Sua guida, non per virtù personale.
Non crediamo, pertanto, nella figura del “guaritore specializzato” o del “portatore permanente” di un carisma. Il dono di guarigione, come ogni altro carisma, può essere concesso da Dio a chiunque Egli voglia, quando lo ritenga opportuno, e per il fine che Egli stabilisce. Anche l’apostolo Paolo, sebbene abbia esercitato il dono di guarigione in diverse circostanze non per sua arbitaria volontà ma per opera dello Spirito Santo (At. 19,11-12; 14,8-10; 28,7-9), si trovò in altre situazioni nell’impossibilità di guarire (1 Tim. 5,23; 2 Tim. 4,20), non per sua volontà. Questo conferma che i carismi non sono automatismi spirituali in possesso dell'individuo, ma strumenti nelle esclusive mani dello Spirito, distribuiti secondo la Sua sapienza.
Non crediamo nel meschino sfruttamento individuale ed egoistico dei carismi, ma crediamo fermamente nella loro applicazione per il beneficio comune (1 Cor. 12,7; 16,16).
DIAKONIAI
Ministeri, in relazione al Figlio.
- Apostoli (1 Cor. 12,28; Ef. 4,11)
- Profeti (1 Cor. 12,28; Ef. 4,11)
- Evangelisti (Ef. 4,11)
- Pastori (Ef. 4,11)
- Vescovi (At. 20,28; Flp. 1,1)
- Diaconi (Flp. 1,1)
- Insegnanti (1 Cor. 12,28; Rom. 12,7)
Crediamo che i diakoníai siano realtà distinte dai charísmata, sebbene operate dal medesimo Spirito. Mentre i charísmata sono manifestazioni dello Spirito distribuite a ciascuno per l’edificazione comune, i diakoníai sono chiamate stabili, che coinvolgono l’intera persona in un servizio riconosciuto, continuo e responsabile nella comunità. Coloro che esercitano un diakonía sono individui chiamati, approvati e abilitati dallo Spirito Santo, che mettono a frutto ciò che è stato loro dato per grazia (charísmata) e ciò per cui sono stati costituiti (diakoníai), in vista del bene della comunità. Questo servizio si attua mediante il riconoscimento ufficiale dell’assemblea, espresso attraverso l’imposizione delle mani (Es. 29,10-21; Num. 8,10-11; 1 Tim. 4,14; 5,22; 2 Tim. 1,6; Eb. 6,2).
Crediamo che lo Spirito Santo ancora oggi chiami, confermi ed equipaggi al servizio permanente secondo la Sua volontà sovrana, utilizzando anche doti, inclinazioni, capacità e competenze già presenti e coltivate nella vita secolare del credente nato di nuovo. I diakoníai vengono assegnati per durare fino alla morte, a condizione che la persona rimanga salda e fedele al Messia.
- Non crediamo nella dottrina della “successione apostolica”. I Dodici apostoli costituiscono un gruppo unico e irripetibile, scelto direttamente da Yeshua per gettare il fondamento della fede (Ef. 2,20).
- Non riconosciamo alcun presunto successore dell’apostolo Pietro, né alcun titolo che pretenda di perpetuare l’autorità apostolica originaria.
- Riconosciamo una distinzione tra “Apostoli” con la A maiuscola – cioè i Dodici – e “apostoli” con la a minuscola ma non meno importanti, cioè altri inviati e testimoni (1 Cor. 15,5-8; Rom. 16,7). L’apostolato esercitato nei diakoníai non è una continuazione del ministero dei Dodici, ma un servizio distinto, missionario e fondato sulla predicazione e sull’edificazione della Kehillah universale a partire da quella locale.
- Crediamo che il profetismo biblico, inteso come rivelazione autoritativa e fondativa, si sia concluso nella persona di Giovanni e nel suo libro dell’Apocalisse. La rivelazione è completa, e il fondamento è stato definitivamente posto anche in tal senso (Ef. 2,20). Tuttavia, i profeti tra i diakoníai svolgono una funzione diversa: non aggiungono nuove dottrine, ma parlano in edificazione, esortazione e consolazione (1 Cor. 14,3), mai per demolire, distruggere, maledire o dividere.
ENERGEMATA
Opere di potenza, in relazione a Dio (Padre).
- Operazioni di potenza (1 Cor. 12,10)
- Misericordia (Rom. 12,8)
- Ogni cosa mossa dalla potenza dello Spirito (1 Cor. 12,6)
Crediamo che gli energemata siano manifestazioni della potenza operante dello Spirito Santo nella comunità, attraverso atti straordinari che rivelano la signoria di Dio, confermano la Parola, ed edificano la Kehillah.
Il termine greco ἐνεργήματα (energemata) deriva da energéo (ἐνεργέω), che significa «operare efficacemente, produrre effetto». Gli energemata non indicano semplicemente «miracoli» in senso generico (c'è già il charisma specifico), ma ogni manifestazione in cui la potenza divina si rende visibilmente attiva e trasformante.
Tali operazioni includono, ma non si limitano a, atti miracolosi, liberazioni, segni straordinari, immunità da varie cose (come veleni), sottomissione delle potenze demoniache e interventi sovrannaturali. Queste non sono prodotte dall'uomo, né si attivano a comando, ma sono generate e/o attivate direttamente dallo Spirito, «che opera tutte queste cose distribuendole a ciascuno in particolare come vuole» (1 Cor. 12,11).
Crediamo che gli energemata non siano fini a sé stessi, né strumenti di spettacolarizzazione o autoaffermazione, ma siano concessi per uno scopo specifico e mai a vuoto, secondo la volontà di Dio per servire la verità, la santità e l’edificazione del Corpo del Messia.
Non crediamo che esista un ministero dei miracoli permanente (visto che i miracoli sono charismata, e i ministeri sono diakoniai), né che i segni divini si manifestino sempre in modo continuo, automatico e attraverso la stessa persona. Anche gli energemata, come i charísmata e i diakoníai, sono sotto la piena autorità dello Spirito e devono essere applicati e riconosciuti con discernimento, timore e sobrietà.
PAGINA IN AGGIORNAMENTO
A Dio piacendo, e a tempo debito, per ciascuna delle voci delle pneumatikà, appartenenti alle tre categorie (charísmata, diakoníai, energemata), dedicheremo una pagina esplicativa, illustrandone la funzione e l’applicabilità nella Kehillah di oggi.