Shalom Laetitia,
esiste una notevole distinzione tra "nuovo nome" e "soprannome", e il caso del nome di Pietro, affiancato a Simone, ne costituisce un esempio significativo. Cefa non rappresenta un nuovo nome in senso stretto, bensì un soprannome. L'espressione Shimeon-Qefa significa infatti "Simone detto Cefa" (Giov. 1,42). È utile osservare che i casi di Giacobbe e Giosuè presentano una situazione a parte, poiché in questi casi si assiste a un cambiamento reale del nome, come risulta chiaro dal fatto che non troviamo mai "Giosia-Giosuè" o "Giacobbe-Israele" utilizzati insieme. Magari poeticamente sì, ma mai accostati insieme come unico nome. Un cambiamento di nome implica una trasformazione del destino della persona, mentre un soprannome non comporta tale cambiamento, essendo piuttosto un'etichetta che riflette una caratteristica o peculiarità del soggetto. Pietro era una roccia nel vero senso della parola, e questo soprannome riflette la sua rigidità all'aderenza al giudaismo e alla sua tenacia tipica di un ebreo.
Anche il titolo di Messia, attribuito a Yeshua, può essere considerato un soprannome, in quanto, come leggiamo nelle Scritture, "Yeshua detto Messia" (Mt. 27,17.22). Tuttavia, va sottolineato che il titolo di Messia non si limita a essere un soprannome conferito dai discepoli, ma rappresenta anche un titolo divinamente conferito da Dio stesso, come indicato in numerosi passi biblici (Mt. 16,16).
No, Pietro non è nessuna Roccia, ma un semplice "sassolino" in confronto alla Pientra Angolare che è Yeshua.
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