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HaDerek FORUM

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2 Risposte
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Shalom caro fratello Daniele,

Sebbene potrei scrivere qualcosa su ciascuno dei concetti menzionati nel titolo, vorrei chiederti, per favore, di spiegarmi le differenze tra di essi. Tutti insieme formano un'unità (echad), poiché se ne mancasse anche solo uno, tutto crollerebbe; sono quindi intrinsecamente connessi.

Più che altro, mi chiedevo se esista un filo conduttore da seguire per evitare equivoci.

Ti scrivo perché desidero servire il Signore e mi chiedo: come posso farlo? Mi trovo a pensare a diverse possibilità, ma mi accorgo che queste riflessioni non si stanno traducendo in azioni concrete. Riconosco che molti di questi pensieri provengono più dal mio spirito umano che dallo Spirito Santo, nonostante le mie intenzioni siano buone.

Sto prendendo maggiore consapevolezza del fatto che, in ogni cosa, anche quando si tratta di scelte personali, il fine ultimo deve sempre essere il bene di tutti. Se i miei pensieri partono dal mio spirito umano, è difficile che abbiano come obiettivo finale il bene comune, perché so che in me stesso non vi è nulla di buono. Per questo percepisco una sorta di resistenza da parte dello Spirito Santo, che mi dice: "Aspetta, sono Io a guidarti".

L'attitudine di voler servire Dio è nobile, ma è lo Spirito Santo che deve indicarmi come farlo, non la mia iniziativa personale. Anche se le intenzioni sono buone, comprendo che il vero camminare per fede significa lasciarsi guidare da Lui.

Grazie di cuore in anticipo per la tua risposta.

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Shalom Marco, grazie per la tua interessante domande.

Vorrei sottolineare, prima di tutto, che sebbene sia giusto e santo agire per il bene degli altri, ciò non significa che bisogna annullarsi a causa degli altri. Pensare per sé stessi per quanto riguarda la vita comunitaria, diciamo che può tradursi in qualcosa di egoistico se si fanno le cose per un proprio tornaconto. Tuttavia, ricordiamoci che il nostro amore per gli altri parte prima dall'amore per noi stessi: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Alcuni, purtroppo, per il "troppo" amore verso il prossimo dettato da uno zelo eccessivo (iper-zelo) trascurano e annullano sé stessi, non concretizzando per nulla quello che il Signore insegna: "il prossimo come sé stesso".

Lasciarsi guidare dallo Spirito significa ascoltare la voce della nostra coscienza perché è anche (e non solo) attraverso di essa che lo Spirito ci parla e ci guida. La Bibbia ci dice due cose importante: "Siate santi" ma anche "non essere troppo giusto".

Arrivo alla tua domanda

I tre soggetti hanno tre protagonisti: Dio, lo Spirio e la fede.

Camminare con Dio è un concetto che esprime una relazione intima e costante con il Signore. Nella Bibbia vediamo esempi come Enoc e Noè, uomini che vivevano in comunione con Lui, cercando di piacergli in ogni cosa. Il camminare con Dio, nel contesto di Enoc/Noè implica uno stare con Dio in un tempo di particolare malvagità. Mentre il resto del mondo cammina nelle tenebre e in procinto si subire un giudizio, chi cammina con Dio scamperà dal giudizio e non vedrà la morte. Questo non significa che chi cammina con Dio come i patriarchi fossero perfetti, ma che la loro vita era caratterizzata dall'obbedienza e dalla vicinanza con Dio. Chi cammina con Dio non si limita a credere in Lui, ma vive giorno per giorno con la consapevolezza della Sua presenza e cerca di conformarsi alla Sua volontà.

Camminare per lo Spirito è un aspetto più specifico di questa relazione, che implica nessariamente il contrasto "spirito/carne". Nella Epistola ai Galati, Paolo spiega che camminare per lo Spirito significa non lasciarsi guidare dai propri desideri carnali, ma permettere allo Spirito Santo di trasformare il proprio carattere e mente. Questo si manifesta in una vita che porta frutti come amore, gioia, pace e dominio di sé, ovvero autocontrollo a 360°. In altre parole, è il modo pratico in cui un credente vive in sintonia con Dio, lasciando che sia il Suo Spirito a dirigere pensieri, parole e azioni, invece di essere dominati dalle proprie inclinazioni naturali.

Camminare per fede è un altro elemento essenziale della vita spirituale. Vuol dire fidarsi di Dio anche quando le cose non sono chiare, quando non si vedono risposte immediate o quando tutto sembra andare contro ogni logica umana. Abraamo ne è un esempio perfetto: lasciò la sua terra senza sapere dove stava andando, semplicemente perché Dio gli aveva parlato. Chi cammina per fede non si basa sulle circostanze o sulle proprie emozioni, ma sulle promesse di Dio, sapendo che Egli è fedele. Inoltre, chi cammina per fede è sensibile alla voce dello Spirito Santo.

Questi tre aspetti non sono separati, ma si intrecciano. Chi cammina con Dio lo fa lasciandosi guidare dallo Spirito e fidandosi delle promesse di Dio. È un percorso quotidiano, fatto di scelte giuste, crescita e dipendenza dal Signore.

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Autore

Grazie caro Daniele per la risposta.

Così come per la preghiera c'é un certo ordine  (la preghiera é rivolta al Padre per mezzo dello Spirito Santo nel nome di Gesù e le preghiere non mediate dal nome di Gesù non vengono esaudite) penso che un certo ordine c'é anche quando uno cammina in santità. Per camminare con Dio dovrei avere prima fede in Lui e se ho fede in Lui ubbisisco alla sua Parola e cammino per lo Spirito e non per la carne. Perchè uno si potrebbe concentrare sul desiderio di cammianre con Dio ma poi la fede rimane debole di fronte alle prove.

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