Shalom Adriana, ti ringrazio per aver sollevato questa tematica di grande rilievo teologico e spirituale, particolarmente significativa nel nostro tempo.
Dall’analisi scritturale emersa nelle nostre lezioni, l’immersione (o battesimo) nello Spirito avviene al momento della nuova nascita, mentre il riempimento dello Spirito è un’esperienza successiva, che può però anche avvenire contestualmente e non esclusivamente in tempi distinti. Il caso narrato in Atti 8 è un riempimento dello Spirito, denominato per tradizione come "battesimo". Il battesimo in acqua, è un atto esteriore che testimonia un cambiamento interiore già avvenuto, mai la causa stessa della trasformazione spirituale. Per questa ragione, affinché una persona scelga consapevolmente di battezzarsi, deve essere già nata di nuovo: un individuo spiritualmente morto non potrebbe neppure concepire tale decisione.
Nel momento in cui un credente rinasce spiritualmente, il suo spirito umano viene santificato dallo Spirito divino, producendo una trasformazione interiore che inevitabilmente si riflette nelle sue opere e nella sua condotta (Giov. 3,5-6). Il credente diventa una persona pneumo-carismatica già alla nuova nascita, sebbene in misura minore rispetto al riempimento. Tuttavia, il riempimento dello Spirito – spesso erroneamente associato nella terminologia al battesimo nello Spirito nel contesto pentecostale degli ultimi 120 anni – rappresenta un’esperienza distinta e dinamica. Esso si manifesta attraverso segni tangibili, sia visibili (miracoli e opere potenti) sia udibili (doni spirituali come lingue, profezie, insegnamento – At. 2,4; 1 Cor. 12,7-11).
Mentre l’immersione nello Spirito che avviene alla nuova nascita è permanente, o almeno fin tanto che il credente resta aggrappato al Messia e non Lo rigetta, il riempimento è una condizione che può variare nel tempo. Si può essere vuoti (come il caso iniziale di Atti 8), ripieni completamente (apostoli) e parzialmente ripieni per trascuranza (Tessalonicesi, Timoteo). La Scrittura ammonisce chiaramente:
- a «non spegnere lo Spirito» (1 Tess. 5,19) e
- a non trascurare i doni spirituali (2 Tim. 1,6), il che implica la necessità di un rinnovamento continuo affinché il credente rimanga spiritualmente ricolmo e operante.
- Si può essere ripieni o svuotati, se non del tutto mai riempiti se nessuno ci istrusce che esiste un riempimento. Per esempio chi pensa di non avere doni e di fatto non li ha per incredulità, è comunque nato di nuovo ma non ha il riempimento, il che lo rende "inefficace".
Un’ulteriore conferma di questa distinzione si trova in At. 6,3, quando «i Dodici» incaricano la comunità di discepoli di scegliere sette uomini di «buona testimonianza» e «pieni di Spirito Santo». L’enfasi su questi requisiti dimostra che non tutti i credenti di quella moltitudine possedevano tale pienezza dello Spirito, per cui dovevano essere scelti quelli che invece l'avevano.
Tornando a At. 8, coloro che erano stati immersi in acqua avevano già sperimentato la nuova nascita. È fondamentale ribadire che non è il battesimo in sé a salvare, ma esso rappresenta una testimonianza pubblica di una salvezza già avvenuta (Rom. 6,3-4; 1 Pt. 3,21). Salvezza e nuova nascita sono inscindibili e si verificano sempre congiuntamente, in virtù dell’opera redentiva di Yeshua e della rigenerazione operata dallo Spirito (Tt. 3,5).
Il battesimo nello Spirito Santo è la rigenerazione che avviene alla nuova nascita.
Tuttavia, il racconto biblico evidenzia che quei credenti non avevano ancora ricevuto il riempimento dello Spirito Santo al momento della loro conversione e del battesimo in acqua. Fu solo in un secondo momento, con l’imposizione delle mani degli apostoli, che sperimentarono questa esperienza (At. 8,14-17). Questo dato è teologicamente significativo: la nuova nascita non avviene mai per imposizione delle mani, poiché tale atto è un rito connesso al riempimento dello Spirito (e non solo), vale a dire al conferimento dei carismi e all'ufficializzazione del minsitero, non alla rigenerazione spirituale.
La rigenerazione è una questione fra te e Dio. Il riempimento riguarda il fattore ecclesiastico che coinvolge la comunità e gli anziani.
In alcuni contesti scritturali, il termine “battesimo” viene utilizzato in senso intercambiabile con “riempimento”, il che ha generato, nel tempo, una certa confusione terminologica. Tuttavia, la distinzione rimane chiara: sebbene immersione nello Spirito e riempimento possano avvenire simultaneamente, è preferibile identificare la prima come l’atto rigenerativo che segna la nuova nascita, mentre il secondo rappresenta un’effusione sovrabbondante che equipaggia il credente per il servizio spirituale.
Così come il battesimo in acqua è il rito iniziatico che rende ufficialmente e pubblicamente un individuo un discepolo di Yeshua, il battesimo nello Spirito iniziale è quell’investitura spirituale che segna la rinascita interiore e introduce il credente in una nuova dimensione di vita nello Spirito (Giov. 3,5-8; 1 Cor. 12,13).
Le traduzioni bibliche sono corrette, ma è fondamentale contestualizzare il significato delle parole per coglierne appieno l’implicazione teologica e pratica.
Spero di averti risposto.