Parashah (Genesi 1,1.26-27)
In principio era la Redenzione
«In principio Dio creò i cieli e la terra» (Gen. 1:1). Questo incipit, così potente nella sua semplicità, segna l’avvio della narrazione divina. Al culmine della Sua opera, Dio dichiarò:
Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra (Gen. 1,26)
Questa dichiarazione non solo sancisce la centralità dell’uomo nella creazione, ma riflette anche il progetto eterno di Dio.
Egli, nel formare l’uomo dalla polvere della terra e insufflandogli un alito vitale, lo ha reso «un’anima vivente» (Gen. 2,7). Un atto unico, che differenzia l’umanità da ogni altra creatura, imprimendo sull’uomo l’impronta stessa del Creatore.
Bereshit: il seme del Redentore
La parola ebraica Bereshit non è solo un’apertura letteraria del primo libro della Bibbia: è una profezia! Se analizziamo le lettere ebraiche che la compongono, una per una, scopriamo un messaggio sorprendente:
- (B) Bet: casa, luogo interiore, comunità.
- (R) Resh: capo, leader, guida.
- B + R = bar (figlio, in aramaico)
- (') Alef: forza divina, Dio stesso.
- (SH) Shin: distruzione, purificazione attraverso il fuoco.
- (Y) Yod: mano, simbolo di azione e fatica.
- (T) Tav: segno, croce.
Combinando i loro significati come un rebus, emerge un disegno straordinario: Il Figlio di Dio, capo della casa (la Chiesa), ha distrutto la schiavitù del peccato mediante la croce. Questa rivelazione ci mostra come, sin dal principio, Dio avesse già previsto il piano di redenzione.
Besorah (Giovanni 3,16)
L’Amore come essenza divina
Ma perché Dio, conoscendo il prezzo del peccato, ha scelto comunque di creare? La risposta si trova in una sola parola: Amore. Giov. 3,16 ci ricorda:
Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo Unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna
L’amore di Dio non è una scelta momentanea, ma la Sua stessa natura: eterno, immutabile, perfetto.
Questo amore si è manifestato nella creazione dell’uomo, concepito per vivere in comunione con Dio. Egli ha plasmato l’uomo con le proprie mani, insufflandogli il Suo respiro, un gesto che conferisce a ogni essere umano un valore unico e intrinseco: l’uomo porta l’impronta divina, il segno indelebile del Creatore.
Haftarah (Salmo 8)
Il valore dell’uomo e il piano di salvezza
Anche quando ci sentiamo smarriti, scoraggiati o indegni, dobbiamo ricordare chi siamo agli occhi di Dio. Come afferma il Sal. 8,4-5:
Che cos’è l’uomo perché Tu lo ricordi? Il figlio dell’uomo perché Tu te ne prenda cura? Eppure lo hai fatto solo di poco inferiore a Dio, lo hai coronato di gloria e onore
Dio ci ha voluti e amati sin dall’eternità, preparandoci un destino di gloria.
Se il peccato di Adamo ha portato alla perdita del Paradiso, il sacrificio di Yeshua, il Messia, ha aperto la via per il suo ristabilimento. Come scritto in Ap. 22,14:
Beati coloro che lavano le loro vesti nel sangue dell’Agnello: essi avranno diritto all’Albero della Vita e potranno entrare per le porte della Città
In quel giorno, il progetto d’amore di Dio troverà il suo compimento, e l’umanità redenta entrerà nella beatitudine eterna.
Conclusione
Bereshit non è solo il principio della storia biblica, ma anche la chiave che ci svela il cuore di Dio: un amore eterno che crea, redime e restaura. È l’invito a guardare la vita con fede, sapendo che ogni passo è parte di un disegno divino, scritto dall’Amore stesso.
Guarda la parashah del moreh (22/10/2022)