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Parashat Lek Leka (12,1—17,27)

Fede e Giustizia: le promesse di Dio ad Abraamo e la luce della Sua Parola
8 febbraio 2025 di
Parashat Lek Leka (12,1—17,27)
Giusy Conforto
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Parashah (Genesi 15,6)

Introduzione

Le promesse che Dio fece ad Abraamo, annunciate nei primi versi di Gen. 12, segnano l'inizio di un disegno divino che attraversa tutta la storia dell'umanità. Sebbene queste promesse non si realizzino immediatamente, Abraamo è chiamato a vivere per fede, imparando a confidare nel Signore. Nel contesto di un mondo antico dominato dall'idolatria, Dio promette benedizioni straordinarie a un uomo semplice, Abraamo, un pagano proveniente da Ur dei Caldei. Queste promesse includono una discendenza numerosa e il possesso di una terra, ma la Scrittura non solo parla della fede di Abraamo, ma la collega alla nostra fede in Yeshua, come espresso in Gal. 3,29:

se siete del Messia, siete dunque discendenza di Abraamo, eredi secondo la promessa.

La fede di Abraamo e la giustizia per fede

Nei capitoli 12—14, pur commettendo errori, Abraamo sperimenta la bontà di Dio e la Sua benedizione. Ma in Gen. 15, la sua fede è messa alla prova, poiché, nonostante le promesse, il patriarca non ha ancora un erede legittimo e vive ancora nelle tende. La Parola di Dio lo raggiunge due volte in questo capitolo, non per accusarlo, ma per incoraggiarlo. È interessante notare che questa Parola è la stessa che si è incarnata in Yeshua. Dio si rivolge ad Abraamo con gentilezza e cura, fortificando la sua fede, e gli promette che la sua discendenza sarebbe iniziata da un figlio legittimo, Isacco. Dio, inoltre, lo porta a guardare le stelle del cielo, ricordandogli la Sua potenza creatrice. In questo contesto, troviamo Gen. 15,6:

Egli credette in YHWH, che gli contò questo come giustizia.

La giustizia che Abraamo riceve non proviene da lui stesso, ma come dono di Dio, per la sua fiducia totale in YHWH. Questa giustizia è un dono che riceviamo anche noi, attraverso la fede in Yeshua, la nostra giustizia. Così, anche oggi, siamo chiamati a riflettere sulla nostra fede, chiedendoci se crediamo nelle promesse di Dio, come Abraamo fece, e a non perdere di vista la bellezza della Sua giustizia, che ci viene donata attraverso il Messia.

Haftarah (Isaia 40,27-31)

La speranza in Dio che rinnova la forza

In Is. 40,27-31, il profeta esprime parole di incoraggiamento per Israele in un momento di disorientamento e scoraggiamento. Il popolo di Dio, di fronte alle difficoltà, si sente abbandonato e senza speranza:

Perché dici tu, Giacobbe, e perché parli così, Israele: "La mia vita è occulta a YHWH e al mio diritto non bada il mio Dio?" (v. 27)

In questo contesto, Dio risponde con parole di consolazione, ricordando che Egli è il Creatore eterno, che non si stanca e che ha il potere di rinnovare la forza dei Suoi fedeli:

Ma quelli che sperano in YHWH riacquisteranno forza, si alzeranno con ali come aquile (v. 31)

Questo messaggio invita ciascuno di noi a confidare nella potenza di Dio, che rinnova la forza di coloro che si affidano completamente a Lui, proprio come fece Abraamo.

Besorah (Giovanni 8,51-58)

Yeshua, la verità che sfida le accuse

In Giov. 8, vediamo Yeshua rispondere alle accuse dei Giudei che Lo definivano un samaritano e un posseduto dai demoni. Essi Lo insultano perché non comprendono le Sue parole , in particolare quando Egli afferma che chi osserva la Sua Parola non vedrà mai la morte (8,51). Yeshua non stava parlando della morte fisica, ma della separazione eterna da Dio. La Sua risposta rivelava la Sua Deità, come quando affermò:

Prima che Abraamo fosse, Io Sono (8,58)

Con queste parole, Yeshua si identifica con YHWH stesso, il Dio eterno, dimostrando la Sua preesistenza e la Sua Deità. Questa affermazione portò i Giudei a cercare di lapidarlo, perché non potevano accettare che il Messia fosse anche Dio incarnato. Ancora oggi, molte persone rifiutano di riconoscere Yeshua come Dio incarnato, nonostante le evidenti prove nelle Scritture.

Nel contesto delle difficoltà e delle accuse, Yeshua ci insegna a mantenere una postura di verità, di fermezza nella fede e di pazienza, come fece Abraamo. Siamo chiamati a imitare il nostro Maestro, parlando della verità senza compromessi e confidando nelle promesse di Dio, che ci danno forza e speranza anche nei momenti di difficoltà.


Guarda la parashah del moreh (05/02/2022)


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