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Parashat Mishpatim (Es. 21,1—24,18)

Dal Patto mosaico al Nuovo Patto in Yeshua
24 maggio 2025 di
Parashat Mishpatim (Es. 21,1—24,18)
Marco Manitta
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Parashah (Esodo 22,20; 24,7-8.11.18)

La Torah scritta

La parashat Mishpatim – la porzione dedicata ai giudizi – continua con i comandamenti, entrando più in dettaglio su alcuni (Es. 21—23) e culmina con il patto tra YHWH e il Suo popolo (Es. 24,8) e l’esclamazione del popolo:

Noi faremo tutto quello che YHWH ha detto e ubbidiremo (Es. 24,7)

Mosè, Aaronne, due dei suoi figli assieme a settanta anziani mangiarono e bevvero alla Sua presenza (Es. 24,11) e poi Mosè fu poi chiamato da YHWH a salire sul monte ed entrare nella nuvola — la Sua gloria (Es. 24,18).

Sebbene per alcune norme come il percuotere o maledire il padre e la madre (capp. 21, 15 e 17) o l’idolatria (22,20) era prevista la pena capitale, la Torah serviva da deterrente: Dio avvisava sempre le conseguenze della trasgressione, per non far familiarizzare il popolo con il peccato. Se un ebreo avesse trasgredito, avrebbe già saputo che cosa gli sarebbe successo e quindi la Torah non è malvagia in sé. Semmai è colpa del trasgressore, che nonostante sapesse le conseguenze, trasgredisce lo stesso.

La finalità della Torah è quindi quella di preservare la vita, la santitá e la purezza del popolo. La Torah è stata data a tutela della nostra vita, se dunque non ci adeguiamo agli standard di giustizia e di rettitudine secondo Dio esiste solo la morte (Deut. 30,11-20; Ez. 18,23).  


Haftarah (Geremia 34,8-22)

Profanazione del Nome di YHWH

Tuttavia il patto viene violato per via della debolezza nella carne dell’uomo e la Torah viene più volte trasgredita. Non bisogna essere superficiali con la santità di Dio poiché non ci si può beffare di Lui. Quando il pentimento non è sincero e l’osservanza dei comandamenti è dettata più dalla paura, ecco che le promesse solenni che si fanno a Dio non durano a lungo. 

Il re Sedekia e il popolo, nonostante i ripetuti ammonimenti da parte del profeta Geremia, non gli diedero ascolto e solo alla minaccia dell’assalto da parte del re di Babilonia (Ger. 34,1-3) hanno fatto patto di liberare gli schiavi ebrei secondo la Torah (Ger. 34,8-10), ma non c’era vero pentimento e trasformazione del cuore. Eseguivano la legge secondo la carne e per paura.

Un esempio per far capire il concetto è il rispetto del Codice della Strada da parte di un motocilista: questi conduce il suo mezzo senza casco e, vendendo in lontananza un posto di blocco, indossa il casco per paura della contravvenzione. Una volta superato il posto di blocco, si toglie nuovamente il casco e prosegue il suo cammino. Questo può funzionare con gli uomini, ma con Dio no. La violazione del patto (Ger. 34,16) ha comportato il severo giudizio di Dio (Ger. 34,18-22).


Besorah (Matteo 26,20-30)

Il Nuovo Patto in Yeshua: la Torah scolpita nel cuore

Per venire incontro alla fragilità umana Dio Padre manda Suo Figlio Yeshua (Giov. 3,16) — la Torah incarnata (Giov. 1,1 ss) — per donarci la vittoria sulla legge del peccato e della morte mediante lo Spirito. Con il Nuovo Patto nel Messia (Mt. 26,26-28) la Torah non viene abolita ma viene elevata e portata a termine nella sua pienezza spirituale attraverso Yeshua stesso (Rom. 8,1-4).

Yeshua alla Sua ultima cena con i Suoi discepoli annuncia il Nuovo Patto. Il pane e il vino sono il simbolo di questo patto — il cibo e la bevanda spirituale. Il Nuovo Patto con il sangue di Yeshua diventa l’unione tra Dio e l’uomo attraverso il quale si riceve il perdono dei peccati, la vita eterna.

Il Nuovo Patto raffigura la Nuova Creazione nel credente, il quale cammina non più secondo le opere della carne ma secondo lo Spirito. Lo Spirto Santo, produce trasformazione interiore e fa camminare il credente rigenerato secondo lo Spirito della Torah. Yeshua annienta la maledizione della Torah (Gal. 3,13). Ciò che era impossibile all’uomo carnale a motivo della legge del peccato e della morte, Yeshua lo ha reso possibile, poiché attraverso lo Spirito Santo la Torah viene scolpita nei cuori (Ez. 36,26-27).


Conclusione

Dal monte Sinai a Yeshua ritrae il passaggio dalla lettera allo Spirito della Torah: Yeshua è il mediatore nel Nuovo Patto (Eb. 9,15), attraverso il quale viviamo la Torah col giusto approccio e amore, camminando secondo lo Spirito (Gal. 5,16-25).

👣 Invito all'azione 
Per chi fa già parte di questo Nuovo Patto l’invito è a perseverare nelle vie del Signore a tenere lo sguardo fisso su Yeshua, Colui che crea la fede e la rende perfetta (Eb. 12,2). Una fede che opera mediate l’amore (Gal. 5,6). Man mano che camminiamo secondo lo Spirito, Egli farà sì che il Regno di Dio avanzi nei nostri cuori per raggiungere la pienezza di Dio (Ef. 3,14-21).
Per chi non ha fatto ancora questo passo importante, l’invito è quello di non indurire il tuo cuore (Eb. 3,15-18) alla lettura di questa parashah ma di lasciare che lo Spirito di Dio entri nel tuo cuore per essere plasmato dalle Sue mani amorevoli, Colui che ti ha creato e ti ha amato fin dalla fondazione del mondo e ha reso possibile l’accesso alla salvezza attraverso Suo Figlio Yeshua per entrare nel Suo Regno.

Ascolta la parashah di Daniele Salamone (18/02/2023)


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