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Luce, sale e lievito

Il nutrimento spirituale del credente
21 marzo 2025 di
Luce, sale e lievito
Yeshivat HaDerek, Daniele Salamone
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Introduzione

Immagina di entrare in una stanza buia, con una tavola imbandita davanti a te. I profumi sono invitanti, ma non puoi distinguere il cibo; non sai se davanti a te vi sia nutrimento o veleno. Poi, una luce si accende, e finalmente puoi discernere ciò che ti alimenterà e ciò che potrebbe nuocerti. Questo semplice scenario racchiude una verità profonda: senza luce non possiamo vedere, e senza discernimento non possiamo nutrirci correttamente. In ambito spirituale, il pericolo di assumere un nutrimento avariato è ancora più grande: ciò che accogliamo nella nostra mente e nel nostro cuore può determinare il nostro destino eterno.

La Bibbia utilizza tre elementi per descrivere il credente: il lievito, il sale e la luce. Ognuno di essi porta con sé un significato spirituale potente e interconnesso, che definisce la nostra vita di fede e il nostro impatto nel mondo. Esaminiamo questi simboli più da vicino, alla luce della Torah e degli insegnamenti di Yeshua.

La Luce: illuminare la via e il nutrimento

Yeshua ci ha chiamati «la luce del mondo» (Mt. 5,14). Questo titolo non è solo un onore, ma una responsabilità. La luce serve a rivelare ciò che è nascosto, a dissipare le tenebre dell'ignoranza e dell'errore. Senza luce, non si può distinguere il bene dal male, la verità dalla menzogna. Nel contesto della nutrizione spirituale, la luce ci permette di vedere ciò che è puro e ciò che è contaminato. Quanti oggi si nutrono di insegnamenti adulterati, semplicemente perché non hanno abbastanza luce per riconoscerli?

La Parola di Dio è essa stessa luce:

La Tua Parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero (Sal. 119,105)

Questo significa che più ci immergiamo nella Scrittura, più la nostra visione spirituale si affina, permettendoci di distinguere ciò che è sano da ciò che è dannoso. La luce non solo illumina, ma attira: così come una città posta su un monte non può rimanere nascosta, anche il credente deve brillare come testimone del Messia e per il Messia (non per sé stesso o per la propria chiesa locale), guidando altri alla verità e al nutrimento spirituale che salva.

Il Sale: condire e conservare la verità

Il sale, nella Scrittura, ha un duplice ruolo: da un lato è un condimento che rende il cibo appetibile, dall'altro è un agente conservante che impedisce la decomposizione. Yeshua ha detto:

Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli si renderà il sapore? (Mt. 5,13)

Questo insegnamento ci ricorda che il nostro ruolo non è passivo: siamo chiamati a dare sapore alla vita, a rendere vivo e attraente il messaggio del Regno, senza mai compromettere la sua purezza.

Il sale era anche un elemento chiave nei sacrifici offerti a Dio:

Ogni oblazione che presenterai la condirai con sale; non lascerai mancare il sale del patto del tuo Dio alla tua oblazione; sopra ogni tua offerta presenterai del sale (Lev. 2,13)

Questo ci insegna che il nostro servizio a Dio deve essere caratterizzato da integrità e fedeltà. Così come il sale impedisce il deterioramento del cibo, il credente deve preservare la Parola di Dio, evitando contaminazioni e compromessi. Paolo esorta:

Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno (Col. 4,6)

Ciò significa che la nostra testimonianza deve essere saggia, equilibrata e priva di durezza sterile o insensate concessioni.

Il lievito: attenzione alla corruzione

A differenza del sale e della luce, la Bibbia mette spesso in guardia contro il lievito. Yeshua ammonì i discepoli dicendo: «Guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei» (Mt. 16,6), riferendosi agli insegnamenti corrotti che potevano contaminare la verità. L'apostolo Paolo riprende questa metafora quando dice: «Non sapete che un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta?» (1 Cor. 5,6). Questo ci insegna che anche una piccola concessione all’errore può diffondersi e corrompere l’intera comunità.

Nella Pesach, la rimozione del lievito simboleggia la purificazione dal peccato e dall’ipocrisia:

Togliete via il vecchio lievito, affinché siate una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè il Messia, è stata immolata (1 Cor. 5,7)

Questo ci ricorda che non possiamo permetterci di lasciare spazio a dottrine impure o compromessi morali nella nostra vita di fede.

Il credente come "donatore" di cibo spirituale

Mettendo insieme questi tre elementi, emerge un'immagine straordinaria: il credente è chiamato a essere un donatore di cibo spirituale, che illumina (luce), preserva la verità (sale) e si libera dalla corruzione (lievito).

  • La luce ci permette di riconoscere la vera nutrizione spirituale e di guidare altri verso di essa.
  • Il sale ci permette di condire con saggezza il nostro insegnamento e di conservare intatta la Parola, senza aggiungere né togliere nulla.
  • L’assenza di lievito garantisce che il nostro messaggio non sia adulterato dall’errore.

Un credente che manca di luce, sale o che tollera il lievito rischia di perdere la propria efficacia e di diventare cieco spiritualmente.

Conclusione

Oggi più che mai, il mondo ha bisogno di credenti che siano luce, sale e liberi da ogni lievito di corruzione. Il pericolo delle false dottrine fondamentali è sempre presente, e senza luce molti rischiano di nutrirsi di insegnamenti che sembrano buoni ma sono avvelenati. Il nostro compito è dunque chiaro: illuminare il sentiero, condire la Parola con sapienza e mantenerla pura.

Che il nostro cibo spirituale sia sempre sano, gustoso e nutriente per chiunque lo riceva. E che, come veri discepoli di Yeshua, possiamo portare al mondo un messaggio che nutre, preserva e trasforma le vite. Il cibo spazzatura, tanto materiale quanto spirituale, danneggia e uccide, tanto il corpo quanto l'anima.

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