Parashah (Genesi 27,35-36; 32,9,12.24-30; 33,4; 36,1-9)
La parashah di questa settimana ci conduce in uno degli episodi più significativi della vita di Giacobbe: il suo ritorno in patria e l'incontro con suo fratello Esaù. Questo evento non è soltanto un momento di tensione familiare, ma rappresenta un conflitto spirituale che si estende lungo i secoli. Giacobbe, avendo ricevuto la benedizione della primogenitura (bekorah) con astuzia (Gen. 27,35-36), teme la vendetta di suo fratello e si prepara all'incontro con grande strategia e preghiera (Gen. 32,9-12).
Durante la notte, Giacobbe lotta con un uomo misterioso, che si rivelerà essere un angelo di YHWH (Gen. 32,24-30). Questo combattimento non è solo fisico, ma simboleggia la trasformazione di Giacobbe da un uomo che lotta per ottenere con le proprie forze, a uno che dipende interamente da Dio. Infatti, alla fine di questa lotta, riceve un nuovo nome:
Israele, colui che ha lottato con Dio e ha prevalso (Gen. 32,28)
Quando finalmente incontra Esaù, la tensione si scioglie in un'apparente riconciliazione (Gen. 33,4), ma le loro strade rimangono separate. Giacobbe prosegue nel suo cammino verso la Terra Promessa, mentre Esaù si stabilisce nella regione montuosa di Seir, dando origine alla nazione di Edom (Gen. 36,1-9). Questo distacco tra i due fratelli diventerà una frattura tra due popoli, tra due cammini opposti: uno sotto la promessa divina, l'altro che rappresenta le nazioni in ribellione contro Dio.
Haftarah (Abdia 1,3-4.10-12.21 )
La profezia di Abdia riprende il tema del conflitto tra Israele ed Edom, dichiarando il giudizio divino su quest'ultimo. Abdia denuncia l'orgoglio di Edom, che si sente invincibile sulle sue montagne, ma che sarà abbattuto dalla mano di YHWH (Abd. 1,3-4).
Il peccato di Edom non si limita all'inimicizia con Israele, ma si manifesta nel suo tradimento durante la caduta di Gerusalemme. Edom non solo non soccorre il suo fratello, ma partecipa attivamente alla sua rovina (Abd. 1,10-12). Questo atteggiamento incarna l'opposizione delle nazioni al piano divino, un tema ricorrente nella Scrittura.
Tuttavia, la profezia non si conclude con la distruzione di Edom, ma con la restaurazione di Israele;
I salvati saliranno sul monte Sion per giudicare il monte di Esaù, e il regno sarà di YHWH (Abd. 1,21)
Questa promessa anticipa il giorno in cui il dominio divino sarà stabilito, e il conflitto tra i fratelli sarà risolto non attraverso la politica umana, ma mediante la giustizia di Dio.
Besorah (Matteo 2,13-15.22-23)
Il tema della lotta tra fratelli si ripropone anche nella porzione apostolica, questa volta in modo più sottile ma profondo. Dopo la nascita di Yeshua, Erode, re d'Israele di origine edomita, cerca di ucciderlo (Mt. 2,13). Vediamo qui il rinnovarsi del conflitto tra la discendenza di Giacobbe e quella di Esaù. Erode, come Edom, si oppone al piano divino, perseguitando Colui che è la vera promessa per Israele e per il mondo.
Yeshua viene portato in Egitto per sfuggire alla strage degli innocenti, in un'esperienza che riecheggia l'esilio di Israele (Mt. 2,14-15). Come Israele, Egli ritorna alla Terra Promessa, ma non per stabilire un regno terreno con la spada, bensì per portare la salvezza mediante il sacrificio.
Alla morte di Erode, Yeshua torna nella terra di Israele, ma i suoi genitori scelgono di stabilirsi in Galilea, lontano dal potere erodiano (Mt. 2,22-23). Qui vediamo una lezione fondamentale: il Regno di Dio non si impone con la forza, ma con la sottomissione al piano divino. Mentre Erode, come Edom, cerca di dominare con violenza, Yeshua vince attraverso la Sua obbedienza e il Suo sacrificio.
Conclusione
Il filo conduttore che unisce queste tre porzioni della Scrittura è il conflitto tra due fratelli, che si estende nel tempo e si manifesta come la lotta tra il regno di Dio e le forze dell'opposizione. Giacobbe ed Esaù non sono solo due uomini, ma due percorsi: uno che conduce alla promessa divina e uno che rappresenta la ribellione.
Abdia ci mostra che la vittoria finale spetta a Israele, non per merito proprio, ma per il decreto di Dio. Questa speranza trova il suo compimento in Yeshua, che, perseguitato con intenzioni omicide dagli eredi di Esaù, porta la redenzione attraverso la Sua sofferenza e il Suo trionfo sulla morte.
Oggi, chi si rifugia nel Messia ha la certezza che il monte di Sion prevarrà e il Regno di YHWH sarà stabilito per sempre (Abd. 1,21). Il conflitto tra fratelli sarà finalmente risolto nella pace eterna del Regno messianico.
Guarda la parashah del moreh (10/12/2022)
Per approfondire questa parashah, si consiglia la lettura del Nuovissimo Commento alla Torah dedicato al Genesi.