La festa di Purim è una celebrazione che commemora la salvezza del popolo ebraico dalla minaccia di sterminio per mano di Haman, così come narrato nel libro di Ester. Tuttavia, la questione della sua origine normativa solleva interrogativi cruciali per coloro che desiderano fondare la propria fede esclusivamente sulla Torah e su ciò che essa prescrive.
L’origine di Purim
Purim trae la sua origine dal racconto di Ester, un libro appartenente agli Scritti (Ketuvim) della Tanakh. Secondo il testo biblico, Mardocheo e la regina Ester istituiscono questa festa per ricordare la liberazione del popolo ebraico dai nemici persiani (Est. 9,20-22). La celebrazione prevede letture pubbliche della Meghillà (rotolo di Ester), doni ai poveri, banchetti festivi e l’usanza di mascherarsi.
Ed è proprio qui che la questione diventa ridicola: perché travestirsi? Qual è il senso di un “carnevale spirituale” all’interno di una festività che dovrebbe ricordare un atto di salvezza di Dio? Vestirsi da clown, da re, da principesse o da personaggi bizzarri è una pratica che non solo non ha nulla a che fare con la Torah, ma anzi ricalca usanze mondane e pagane. Portare una maschera per un giorno e poi tornare alla “normalità” il giorno dopo non è forse ipocrisia? Non è forse già abbastanza diffusa la tendenza di molti a indossare “maschere spirituali” ogni giorno, fingendo una santità esteriore che non corrisponde alla realtà del cuore?
Feste normative: solo quelle della Torah
Secondo la Torah, le uniche festività prescritte da Dio sono quelle elencate in Lev. 23: Shabbat, Pesach (Pasqua), Shavuot (Pentecoste), Yom Teruah (Giorno delle Trombe, spesso chiamato Rosh Hashanah), Yom Kippur (Giorno dell’Espiazione) e Sukkot (Festa delle Capanne). Queste sono definite moedim (appuntamenti divini) e sono stabilite direttamente dalla volontà di Dio.
Purim, invece, come anche Chanukkah, non rientra tra queste celebrazioni e non è mai menzionata nella Torah come festa obbligatoria per il popolo di Dio. Il fatto che il libro di Ester si trovi tra gli Scritti e non nei cinque libri della Torah dovrebbe già far riflettere: se fosse stato un precetto divino, perché Dio non lo avrebbe stabilito nei Suoi comandamenti fondamentali? Semplice: perché non lo è. È una tradizione posteriore, di origine puramente rabbinica, e come tale non ha alcun carattere normativo.
Un credente in Yeshua e Purim
Per un credente in Yeshua, specialmente se non di origine ebraica, la questione diventa ancora più chiara. Yeshua stesso ha vissuto secondo la Torah e ha adempiuto le feste stabilite da Dio, ma non ci sono evidenze negli Scritti Apostolici che Egli o i Suoi discepoli abbiano osservato Purim come un comandamento divino. L’assenza di un comando esplicito e il fatto che la festa sia stata istituita per decreto umano (Mardocheo ed Ester) indicano che non vi è un obbligo per chi segue il Messia.
Partecipare a Purim come atto di solidarietà con il popolo ebraico? Nulla di male. Ma considerarlo un appuntamento divino, un precetto di Dio, è un errore teologico grave. Chi segue Yeshua deve fondare la propria fede sulla Parola di Dio, non sulle tradizioni umane.
E torniamo alla questione del travestimento: quale senso ha introdurre un elemento così grottesco in una celebrazione che, seppur storicamente importante per il popolo giudaico, non ha fondamento nella Torah? La mascherata di Purim non è altro che un riflesso della natura umana: si ama indossare maschere, esteriormente e spiritualmente. Ma il credente in Yeshua è chiamato alla trasparenza, alla verità, alla sincerità del cuore.
Conclusione
Purim è una festa significativa per il popolo ebraico, ma non può essere considerata una festività normativa per i credenti in Yeshua. Solo le feste della Torah hanno carattere normativo e veramente spirituale perché le ha istituite Dio, mentre ciò che si trova nei Profeti e negli Scritti deve essere valutato alla luce della Torah stessa! I Profeti e gli Scritti sono normativi nella misira in cui essi stessi seguono le orme della Torah.
Le maschere di Purim possono essere divertenti, ma il credente in Yeshua non è chiamato a indossare maschere né fisiche né spirituali. La vera santità non sta nelle tradizioni rabbiniche, ma nell’ubbidienza alla Torah e alla Parola di Dio. Per questo motivo, chi segue il Messia non è tenuto a osservare Purim, e dovrebbe riflettere seriamente prima di accettare come “normativa” una festa che non ha alcun fondamento divino.
Pertanto, la Yeshivat HaDerek si astiene da questa celebrazione e non accetta auguri per tale ricorrenza tradizionale.
Credits: https://www.israel21c.org/get-into-party-mode-with-these-10-purim-pics-from-israel/