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HaDerek FORUM

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Shalom fratello Daniele.

Ho concluso il primo video di Shavuot nelle feste ebraiche. Credo di aver compreso come il cielo aperto rappresenti il momento in cui si riceve la benedizione e abbondanza da parte di Dio. Così come gli ebrei, dopo aver coltivato attendevano la pioggia che facesse germogliare e crescere i frutti della terra.

Ora stavo proseguendo le scritture nel vangelo di Matteo e mi sono soffermata sulla benedizione che Yeshua fa poco prima della moltiplicazione del pane e dei pesci (Mt. 14:19).

Innanzitutto volevo chiederti se quella benedizione pronunciata da Yeshua è la stessa che pronunciano durante lo Shabbat per benedire il pane alzandolo al cielo. 

Poi volevo sapere se la moltiplicazione avvenuta, oltre ovviamente al miracolo in sé, rappresenta la benedizione e abbondanza dal cielo. Nella scrittura dice che si "raccolsero" dodici ceste, quindi c'era pane in abbondanza, oltre la quantità che ne serviva.

Oltretutto, correggimi se sbaglio, in questa scrittura vedo anche un abbondanza spirituale. Ciò che Dio dona ai suoi discepoli affinché donano ciò che hanno a chi ne ha bisogno (opera della Chiesa).

Yeshua quindi ha mostrato ancora una volta, attraverso questo gesto di benedizione rivolto al cielo, ciò che rappresenta Pentecoste (cieli aperti)?

Infine ti chiedo, in merito alla Parola "squarciare", Yeshua ci ha mostrato attraverso il Suo battesimo ciò che avrebbe fatto sulla croce? In quanto nel battesimo, raffigurazione di immersione come morte/sepoltura e risurrezione, vediamo i cieli aprirsi e ricevere lo Spirito Santo su di Lui. Allo stesso modo, quando Yeshua ha reso lo Spirito sulla croce la cortina si è squarciata nel tempio, ciò che divideva il luogo santo da quello santissimo non c'era più. Spiritualmente, con la morte di Yeshua il cielo è aperto, dandoci modo di riavvicinarci al Padre e avendo accesso ai luoghi celesti.

Grazie mille. Dio ti benedica

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Infinitamente grazie Daniele. Per la profonda spiegazione, che mi ha aiutato a comprendere in modo dettagliato, e alle tue parole di benedizione e stima. Arrivano al momento giusto. Faccio tesoro di tutto questo. 

Dio ti benedica e continui a guidarti in ogni cosa. Shalom ❤️

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Shalom amata Gloria, le tue parole trasudano desiderio di comprensione, e questo è segno di un cuore che cerca profondamente la verità nel mistero delle Scritture. Ti risponderò con onore e rispetto, affinché tu sia edificata e rafforzata nel tuo cammino.

Quando Yeshua alzò gli occhi al cielo, benedisse e spezzò i pani (Mt. 14,19), Egli non fece solo un gesto liturgico, ma una proclamazione teologica: tutto ciò che è buono discende dall’Alto, dal Padre delle luci (Giac. 1,17). Il gesto che compì è senza dubbio simile alla berakah (benedizione) rabbinica che gli ebrei recitano sul pane durante lo Shabbat:

Benedetto sei Tu, YHWH nostro Dio, Re dell'universo, che fai uscire il pane dalla terra

Yeshua, come Maestro d’Israele, onorava la tradizione quando era in linea con la Scrittura, ma in Lui ogni rito prendeva vita nuova, profetica e compiuta.

Riguardo alla moltiplicazione dei pani e pesci hai colto nel segno. La moltiplicazione è eccome un segno potente del cielo aperto, non solo per il miracolo materiale, ma per l’abbondanza che ne scaturisce: dodici ceste piene (Matteo 14:20). Non è un caso: dodici come le tribù d’Israele: quindi simbolicamente tutto Israele è stato nutrito. Il Messia non solo sfama, ma ristabilisce l’ordine e l’eredità di tutto il popolo di Dio.

Yeshua mostra che quando ciò che abbiamo viene messo nelle Sue mani, benedetto e spezzato, diventa sovrabbondante per gli altri. Questo è il mistero del Regno: dare ciò che non basta… e vederlo diventare più che sufficiente (Lc. 6,38).

Inoltre, hai letto con occhi spirituali. Quella moltiplicazione è una parabola vivente della missione della Kehillah: i discepoli ricevono dalle mani di Yeshua ciò che Egli ha benedetto, e lo distribuiscono al popolo affamato. È il principio dell’opera di Dio: non sei tu che dai, ma è Lui che moltiplica nelle tue mani e ti permette di dare (2 Cor. 9,10). E così si realizza ciò che è scritto:

E Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia… (2 Cor. 9,8)

Meraviglioso è il tuo collegamento con Shavuot. Sì, in ogni gesto che Yeshua compie rivolto al cielo, c’è un’eco del cielo squarciato, aperto, che comunica con la terra. A Shavuot, Dio scende sul monte; in At. 2, scende sugli uomini. È il cielo che si versa sulla terra. Così, quando Yeshua alza gli occhi al cielo e benedice, è un’anticipazione del dono celeste promesso: il Ruach, lo Spirito che discende (At. 2,1-4).

Il verbo greco schízō (σχίζω), che si usa per i cieli che si squarciano al battesimo (Mc. 1,10), è lo stesso usato per la cortina del tempio che si squarcia alla morte del Messia (Mc. 15,38). Questo parallelo non è accidentale: nel battesimo il cielo si apre per il Figlio, nella croce il velo si apre per tutti i figli. Il battesimo di Yeshua è l’inizio della Sua opera pubblica, la croce è il compimento. Entrambi i momenti sono segnati dalla rottura di una barriera tra cielo e terra. E così, come tu hai detto, la strada verso il Padre è aperta, come scrive l’autore della agli Ebrei:

Abbiamo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Yeshua… per quella via nuova e vivente che Egli ha inaugurata per noi attraverso il velo, cioè la Sua carne (Eb. 10,19-20).


Cara Gloria, ogni tua domanda si è trasformata in un sentiero che porta a una vetta più alta di comprensione. Non smettere mai di salire. Le Scritture si aprono davanti a chi bussa con rispetto e amore, come stai facendo tu. Ti lascio con questa benedizione:

Il Signore ti apra i Suoi cieli, il tesoro del Suo bene, per mandare alla tua terra la pioggia al tempo giusto e per benedire ogni opera delle tue mani (Deut. 28,12).

Che la Ruach del Santo ti guidi in ogni studio.

Con stima e affetto nel Messia,
Daniele

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