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Fortificarsi nel Signore

La lezione di Davide a Siclag
19 agosto 2025 di
Fortificarsi nel Signore
Giusy Conforto
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Introduzione

La Scrittura ci narra episodi di straordinaria intensità emotiva, capaci di parlare al cuore dei credenti di ogni generazione. Uno di questi si trova nel primo libro di Samuele, quando Davide e i suoi uomini tornano a Siclag e trovano la città distrutta e incendiata dagli Amalechiti, le loro famiglie deportate, e il dolore inconsolabile a gravare sui loro cuori. In quel momento oscuro, l’angoscia non fu soltanto collettiva, ma raggiunse lo stesso Davide, accusato dai suoi stessi compagni e minacciato di morte. Eppure, proprio in quel frangente, la Parola di Dio ci consegna una verità fondamentale: «Davide si fortificò nel suo Dio» (1 Sam. 30,6).

Questa pagina biblica ci introduce in un dramma di perdita, dolore e disperazione, ma anche in una via di riscatto, forza e vittoria. Essa diventa un paradigma per la vita spirituale del credente, chiamato a lodare Dio anche quando ogni risorsa sembra spegnersi, e ad afferrare per fede le promesse divine.


La tragedia di Siclag

Gli Amalechiti assalirono Siclag, saccheggiandola e incendiandola. Portarono via donne, bambini, giovani e anziani: nessuno fu risparmiato. Quando Davide e i suoi uomini giunsero davanti alla città, lo scenario che si aprì davanti ai loro occhi fu devastante: case ridotte in cenere, strade deserte, un silenzio agghiacciante. Nemmeno le mogli del re furono risparmiate: anche loro trascinate via come schiave.

Il dolore di quegli uomini fu talmente profondo che il testo biblico afferma:

Davide e tutti quelli che erano con lui alzarono la voce e piansero finché non ebbero più forza di piangere (1 Sam. 30:4)

Non si vergognarono delle lacrime; non ci fu maschera di coraggio che potesse nascondere la disperazione. Lacrime che scesero fino all’ultima stilla, lasciando i cuori svuotati e annientati.

Il versetto 6 aggiunge un dettaglio drammatico:

Davide fu grandemente angosciato, perché la gente parlava di lapidarlo, essendo l’animo di tutti amareggiato a causa dei loro figli e delle loro figlie.

La parola «angoscia» descrive uno stato di afflizione profonda, un tormento che non è solo interiore ma che si manifesta anche nel corpo, con affanno, dolore al petto, perdita di forze.

Davide non era soltanto un uomo che piangeva la sua perdita: egli portava sulle spalle la responsabilità del suo popolo. I suoi stessi uomini, amareggiati e disperati, vedevano in lui il colpevole e meditarono di lapidarlo. La solitudine del re fu totale: nessun sostegno umano, nessun alleato, solo l’abisso dell’angoscia. Eppure, proprio lì, nella notte più scura, Davide prese una decisione spirituale: si fortificò nel suo Dio.

Come può un uomo, privo di lacrime e di forze, fortificarsi nel Signore? La risposta è contenuta nel Sal. 50,14-15:

Offri a Dio il sacrificio della lode e adempi i tuoi voti all’Altissimo; invocami nel giorno della distretta: Io te ne trarrò fuori e tu Mi glorificherai.

La lode diventa sacrificio quando nasce non dalla gioia, ma dal dolore. È facile benedire il Signore quando la vita sorride, quando le promesse si compiono, quando i passi scorrono sicuri. È ben altra cosa lodare Dio quando si cammina nella «valle dell’ombra della morte» (Sal. 23,4), quando ogni voce interiore urla disperazione.

Molti di noi hanno ripetuto quelle parole con sincerità, ma senza aver conosciuto davvero la valle oscura della prova. È lì, quando il cuore è spezzato e la voce tace, che l’ubbidienza alla Parola ci chiama a piegare le ginocchia e ad offrire un sacrificio di lode. All’inizio può sembrare vuoto, faticoso, privo di sentimento. Ma è proprio lì che Dio si manifesta: la Sua presenza scende, la Sua forza si riversa nei cuori stanchi, la Sua gloria si rivela nella debolezza umana.

La vittoria sul nemico

Il racconto prosegue: Davide, dopo essersi fortificato in Dio, consultò YHWH, ricevette la promessa della vittoria e partì all’inseguimento degli Amalechiti. E la Scrittura testimonia che «Davide recuperò tutto ciò che gli Amalechiti avevano portato via» (1 Sam. 30,18). Nessuno fu perso, nulla andò distrutto: ogni cosa fu restituita.

Questo episodio è profetico per la vita del credente. Il diavolo tenta di rubare, distruggere, portare via ciò che Dio ci ha donato. Ma in Yeshua abbiamo la certezza che nulla è perduto per sempre. Nel Messia, ogni cosa può essere recuperata, restaurata e riportata alla vita. La vittoria non appartiene alla carne, ma alla fede.

E per affrontare le battaglie della vita, il discepolo non può presentarsi disarmato. La Scrittura ci ricorda che abbiamo a disposizione armi potenti:

  1. Il Nome di Yeshua, davanti al quale ogni nemico arretra.
  2. La Parola di Dio, spada dello Spirito e fondamento della fede.
  3. La fede, scudo contro i dardi infuocati del maligno.
  4. La preghiera, luogo di forza, di unzione e di vittoria.

Un soldato nudo non può andare in guerra. Così anche il credente deve rivestirsi dell’armatura di Dio (Ef. 6), vivere nella conoscenza della Parola e afferrare per fede le promesse divine.


Conclusione

Il racconto di Siclag ci consegna un messaggio potente: il credente non è immune dalla sofferenza, dalla perdita, dall’angoscia. Ma è proprio nel buio più fitto che si manifesta la via della fede: fortificarsi nel Signore. Lodare Dio anche quando il cuore non ha voce, afferrare le Sue promesse anche quando tutto sembra perduto, combattere con le armi spirituali anche quando le forze umane vengono meno. La Scrittura dichiara: «Nel giorno che io griderò, i miei nemici indietreggeranno. Questo io so: che Dio è per me» (Sal. 56,9). Questa certezza deve diventare il fondamento della nostra vita spirituale.

Oggi, davanti alle tue battaglie, al dolore che ti opprime o alla perdita che ti segna, fai la scelta di Davide: fortificati nel tuo Dio. Piega le ginocchia, offri il sacrificio della lode, afferra le promesse per fede e combatti con le armi dello Spirito. Allora vedrai che, con il Signore, anche ciò che il nemico ti ha portato via sarà recuperato. La vittoria è già stata scritta: in Yeshua siamo più che vincitori.

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