Shalom cara Laetitia,
il tuo schema è ben fatto e dimostra che hai colto la logica profetica dei mo‘edim. In effetti, le feste di primavera (Pesach, Reshit e Shavuot) hanno già trovato compimento in Yeshua nella Sua prima venuta, mentre quelle d’autunno (Yom Teruah, Yom Kippur e Sukkot) guardano ancora in avanti al loro pieno adempimento escatologico.
Riguardo alla tua osservazione: hai notato che tra Yom Teruah (Trombe) e Yom Kippur (’Espiazione) intercorrono dieci giorni, chiamati nei testi rabbinici Yamim Nora‘im («Giorni terribili» o «Giorni del timore»). Sono giorni di profonda riflessione, pentimento e ricerca del volto di Dio. In prospettiva profetica, questi dieci giorni prefigurano un tempo di giudizio e di prova per Israele e per le nazioni.
Il fatto che tu colleghi Yom Teruah al rapimento e Yom Kippur al ritorno glorioso del Re è coerente con molte interpretazioni messianiche. Il punto che ti crea perplessità è giusto: i dieci giorni fra le due feste non coincidono con i sette anni della tribolazione. Tuttavia, non dobbiamo pensare a un calcolo cronologico rigido. I dieci giorni hanno un valore simbolico e spirituale: rappresentano il tempo limitato in cui il mondo sarà messo alla prova, e che troverà il suo culmine nel Kippur, quando Yeshua si manifesterà come Re e Giudice d’Israele.
Il numero dieci, nella Scrittura, richiama completezza e responsabilità davanti a Dio (i Dieci Comandamenti, le dieci piaghe, le dieci vergini della parabola, i dieci giorni di carcere di Smirne in Apocalisse). Il numero sette, invece, indica pienezza e compimento. Quindi, mentre i dieci giorni liturgici esprimono il carattere di giudizio e di ricerca del perdono, i sette anni del periodo escatologico esprimono la completezza del piano divino per la storia.
In altre parole: non c’è contraddizione, perché i dieci giorni sono un segno profetico e simbolico, non una cronologia letterale. Essi sottolineano il “clima spirituale” che accompagnerà quel tempo, mentre la durata di sette anni proviene dalla visione di Dan. 9,24-27 e dall’Apocalisse.
Il tuo schema, quindi, è corretto: tienilo come base. Solo ricordati che la Scrittura ci invita a leggere le feste non come un calendario matematico da decifrare in ogni dettaglio, ma come tappe profetiche che ci aiutano a discernere il carattere e il piano di Dio in Yeshua.
Shalom e continua così!
Daniele