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Autorità, usurpazione e vittoria

L'illusione del dominio di satana alla luce delle Scritture
20 agosto 2025 di
Autorità, usurpazione e vittoria
Yeshivat HaDerek, Daniele Salamone

Introduzione

Nel racconto evangelico delle tentazioni (Mt. 4,1-11; Lc. 4,1-13) si concentra il confronto diretto tra il Messia e le potenze del male. Il diavolo offre a Yeshua scorciatoie di potere («Ti darò tutte queste cose»), ma Yeshua risponde citando la Scrittura: «Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, Lui solo adorerai». Con questa obbedienza alla Parola di Dio Egli sconfigge la menzogna del maligno e inaugura la liberazione degli oppressi (come annunciato nel canto di liberazione in Lc. 4: «annunziare ai poveri una lieta notizia [...] liberare gli oppressi»).

La domanda che qui affrontiamo è: satana ha mai ricevuto legalmente il dominio del mondo? La Scrittura, come vedremo, non descrive alcun passaggio formale di potere, ma al contrario rimarca la sovranità di Dio e il ruolo di usurpatore di satana.


Il dominio originario affidato all’uomo

Fin dalla creazione Dio ha affidato all’uomo il dominio sulla terra:

Dio li benedisse e disse loro: [...] riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente.

In Gen. 1,26-28 l’umanità riceve dunque l’autorità originaria su ogni regno creato, non certo il maligno. Con il peccato originale questo mandato viene però compromesso. Paolo osserva che «la creazione è stata sottoposta alla vanità [...] nella speranza che la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione». Qui la Scrittura non registra alcun atto di cessione del dominio ad Adamo o a satana; indica piuttosto una situazione di rovina in cui l’uomo perde la sua signoria e la creazione geme sotto il peso della corruzione. In tale contesto satana, “seduttore” e “tentatore”, approfitta della situazione ma come usurpatore, non come legittimo sovrano.


Principe e dio di questo secolo

Nelle Scritture Apostoliche satana è descritto con titoli suggestivi che ne indicano l’influenza malefica, non una legittima proprietà del mondo. Yeshua lo chiama «principe di questo mondo» (Giov. 12,31; 14,30; 16,11) e Paolo lo definisce «il dio di questo secolo» (2 Cor. 4,4). La prima lettera di Giovanni aggiunge: «tutto il mondo giace sotto il potere del maligno». 

Queste espressioni sottolineano come satana domini sugli uomini mondani che respingono Dio, non che governi sul creato per diritto divino. Il diavolo è detto «principe di questo mondo» non per un dominio suo naturale, ma per una usurpazione; in quanto gli uomini mondani, disprezzando il vero Signore, si sottomettono a lui. Del resto lo stesso satana, nel tentare Yeshua, parla con arroganza falsificando la realtà: «Ti darò tutte queste cose». Gerolamo nota l’ostentazione ingannevole del diavolo: «non può infatti dare tutti i regni, poiché sappiamo che molti uomini santi sono stati fatti re da Dio». In effetti satana offre solo i frutti del peccato («ricchezze acquisite con furti o spergiuri» secondo Crisostomo), destinati alla perdizione. In ogni caso il suo potere è limitato: non può agire oltre i confini fissati da Dio (cfr. Giob. 1,12) e neppure “fare ciò che vuole” come pretende.


Nessuna cessione legale del dominio

Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio.

Qui satana sta mentendo. Non esiste nelle Scritture alcun racconto di Adamo che ceda formalmente il regno a satana. Al contrario, la Bibbia ripete che «di YHWH è la terra e quanto contiene». Dopo il peccato, l’uomo resta signore per volontà divina (anche se decaduto), mentre il maligno si inserisce abusivamente come accusa e tirannia (cfr. Ef. 6,12). La tradizione cristiana ha sempre negato un passaggio legale del potere. Alcuni teologi patristici videro l’umanità come implicita in una resa al nemico, ma la teologia riformata ed evangelica ha insistito che l’uomo con il peccato è entrato in schiavitù morale a peccato e morte, non ha firmato alcuna “partizione” dei regni. In quest’ottica, satana è solo un usurpatore: detiene un’autorità apparente sulla natura peccaminosa dell’umanità ma non alcun titolo legale sul creato.


Yeshua, restauratore del Regno di Dio

La buona notizia è che Yeshua, il «secondo Adamo», ha riconquistato il dominio che l’umanità perse. Con la Sua perfetta obbedienza fino al Calvario e con la risurrezione, il Messia ha strappato al nemico il regno ingiustamente acquisito. Paolo dice: «l’ultimo Adamo è spirito vivificante», Colui che porta vita nuova dove prima era morte. Nel Messia Yeshua di Nazareth tutto è stato creato e tenuto insieme: «per mezzo di Lui sono state create tutte le cose [...] Troni, dominazioni, principati e potestà». Egli è dunque il vero Signore di ogni autorità celeste e terrestre. Con la Sua vittoria ha restaurato la Signoria di Dio nel mondo e ha restituito all’uomo redento la dignità di regnare insieme a Lui. Nessun “mandato” era mai stato conferito a satana, e ora il suo dominio, un’epoca di usurpazione, giunge al termine nell’opera del Redentore.


Conclusione

La Scrittura insegna chiaramente che nessun trono sui regni della terra è mai stato consegnato a satana. Il maligno mente quando si presenta come padrone delle nazioni (il mondo e la sua pienezza «appartengono a YHWH»), e finanche le sue più feroci azioni restano sotto il controllo dell’Altissimo. Come ricorda il Sal. 24: «Di YHWH è la terra e quanto contiene»: il mondo intero appartiene a Dio. La suprema potenza e regalità sono, oggi come sempre, nelle mani del Messia risorto. Ecco perché il maligno, benché feroce e forte, agisce solo nei limiti della volontà di Dio (come nel caso di Giobbe) e nulla può realmente strappare al Sovrano universale. L’affermazione odierna satanista «fai ciò che vuoi» non trova fondamento nella Bibbia ma al massimo nella vanità di chi vuole illudersi padrone assoluto. Alla luce delle Scritture, ogni credente può dunque affermare con certezza: nessun potere è stato legalmente dato a satana, e la gloria dei regni è per sempre riservata a Dio.

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