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HaDerek FORUM

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Shalom Daniele,

per cortesia, mi potresti fare l'esegesi sui passi in Matteo 22, 15-22, dove viene chieso a Yeshua se è lecito o no pagare il tributo a Cesare (v. 17)? Che cosa vuole dire Yeshua con la Sua risposta: "Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che é di Dio"? (v. 17). Come si può applicare l'ermeneutica ai nostri giorni?

Il principio può essere intuitivo, ma nel concreto quali sono alla luce della Parola i limiti che non si possono superare per non assecondare le cose profane del mondo, anche nell'ambito lavorativo?

Perché mi troverò tra breve in una situazione particolare. Quando ho il turno dei social media, sono quello che risponde alle richieste, fa interviste e i videoclip. Ora però senza consultazione, si è deciso dai piani alti, dove lavoro, che, quando ci sono le parate CSD Christofer Street Day,  il DWD (servizio meteo tedesco) per essere inclusivo offre una consulenza specifica e speciale per tutti gli eventi sparsi per la Germania. 


Non è una semplice consulenza meteo neutra, che ci può stare, dato che il DWD ha per la costituzione tedesca il dovere di allertare e fare previsioni meteo, ma la consulenza richiesta è condita da frasiologie e altre cose che non condivido né dal punto di vista cristiano ma neanche nei confronti di altri eventi che non hanno la stessa misura e attenzione e consulenza specifica.


Grazie in anticipo per la risposta.

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Shalom Marco, cercherò di essere quanto più antentico possibile, biblico e diretto. Di seguito l'analisi che hai chiesto:

ESEGESI

Mt. 22,15-22 narra l'episodio in cui farisei ed erodiani cercano di cogliere in fallo Yeshua con una domanda apparentemente politica:

«È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» (v.17).

Il contesto è esplosivo: la Giudea è sotto il dominio romano, e la tassa al potere imperiale era vista da molti come un’umiliazione. La domanda è una trappola: se Yeshua dice “sì”, lo si può accusare di collusione con Roma e di tradire il popolo d’Israele; se dice “no”, lo si può denunciare alle autorità romane per sedizione. Qualunque risposta Yeshua avesse dato, sarebbe stato comunque oggetto di accusa.

La risposta di Yeshua

Yeshua chiede di vedere la moneta del tributo: il denario (v.19). Su di esso vi era l’effigie dell’imperatore con la scritta: “Tiberio Cesare Augusto, figlio del divino Augusto”, proclamazione idolatrica che l'Apocalisse definirebbe "nome di bestemmia". Yeshua chiede: «Di chi è questa immagine e questa iscrizione?» Rispondono: «Di Cesare» (v.21). Allora Yeshua afferma: «Rendete dunque a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio».

La parola greca ἀπόδοτε (apodote) significa «restituire», «rendere indietro». Questo implica che ciò che si restituisce a Cesare gli appartiene solo in quanto simbolo di una sfera secolare e limitata. Ma c’è un secondo piano nella risposta: se la moneta porta l’immagine di Cesare, allora l’uomo porta l’immagine di Dio (Gen. 1,27). Dunque, ciò che è veramente importante — la vita, l’identità, il culto — appartiene a Dio solo. Yeshua smaschera la falsa dicotomia tra politica e fede: nessun Cesare può reclamare ciò che appartiene a Dio.

ERMENEUTICA

Il principio biblico: doppia cittadinanza, ma priorità al Regno

Il credente è chiamato a vivere con discernimento nella tensione tra l’essere cittadino del Regno di Dio e membro della società civile. Paolo dirà: «Ogni persona sia sottomessa alle autorità superiori» (Rom. 13,1), ma quando l’autorità civile impone ciò che è contro la coscienza formata dalla Scrittura, «Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini» (At. 5,29).

Il limite da non oltrepassare

Il limite si oltrepassa quando:

  • Si legittima attivamente il peccato, partecipando alla sua promozione o celebrazione (Ef. 5,11).
  • Si rinnega l’integrità della propria fede per conformarsi all’etica del mondo (Rom. 12,2).
  • Si oscura la verità di Dio per timore delle conseguenze sociali o professionali (LC. 9,26).

Il lavoro non può mai diventare una piattaforma per l’idolatria culturale, anche se travestita da “inclusività”.

IL TUO RUOLO NEI SOCIAL MEDIA DURANTE IL CSD

Se la consulenza meteorologica fosse neutra, tecnica, e garantita per tutti gli eventi allo stesso modo, non ci sarebbe conflitto. Ma se il contenuto include messaggi ideologici, linguaggi o simboli che celebrano attivamente pratiche in contrasto con la Scrittura, allora parteciparvi rischia di «dare a Cesare ciò che è di Dio» — cioè la tua coscienza, la tua voce, la tua approvazione implicita.

Puoi considerare:

  • In primo luogo pregare: chiedere a Dio ulteriore lume e discerniemnto oltre a considerare quello che leggi in questa risposta.
  • Chiedere formalmente di astenerti da interventi che includano contenuti ideologici specifici (non per odio, ma per coerenza spirituale).
  • Offrire collaborazione solo su contenuti strettamente tecnici e meteorologici, rifiutando diciture e slogan.
  • Chiedere a un tuo collega che approva certa propaganda, se ti può sostituire.
  • Dichiarare con gentilezza ma fermezza, se l'azienda te lo consente, che hai un’etica cristiana fondata sulla Scrittura che ti impedisce di partecipare a comunicazioni che legittimano uno stile di vita che non condividi.
  • Una quinta possibilità: firmare qualche giorno di malattia a ridosso, durante e dopo il periodo di propaganda, così da non essere coinvolto in ciò che non condividi, e non rischiare di perdere il lavoro. Fai provviste così non avrai necessità di uscire di casa o fare altro. Sarà un'occasione per riposare e restare in comunione con il Signore. Tutelare la vita spirituale è al primo posto.
TIRANDO LE SOMME

La risposta di Yeshua non è una concessione al potere terreno, ma una distinzione radicale tra ciò che è relativo (Cesare) e ciò che è assoluto (Dio). In ogni epoca, anche oggi, il credente è chiamato a discernere: a chi appartiene ciò che sto rendendo? Se porta l’immagine di Dio — il nostro cuore, la nostra coscienza, la nostra testimonianza — allora appartiene solo a Lui. Non si tratta di giudicare gli altri, ma di custodire la propria fedeltà e vita spirituale. E Dio onorerà chi Lo onora (1 Sam. 2,30). Non devi andare a cercarti il licenziamento, sia chiaro, ma segui la soluzione che ti renda più furbo di satana.

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