Shalom Laetitia, grazie per la tua domanda.
Tanto gli amici dello Sposo (ossia i giusti del Tanakh) quanto gli invitati (i convertiti durante la tribolazione) non parteciperanno alle nozze vere e proprie, ma esclusivamente al banchetto nuziale. Quest’ultimo sancisce l’inizio del Regno millenario e si svolgerà sulla terra, mentre le nozze avranno luogo in cielo.
Un dettaglio spesso trascurato ma importante ci viene da Apocalisse 19,9, dove è scritto:
«Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell’Agnello».
Non leggiamo «alle nozze», ma «alla cena delle nozze». Questo versetto evidenzia una distinzione: gli invitati non sono la Sposa, bensì coloro che partecipano al banchetto, non al matrimonio in sé. Le nozze sono un momento riservato esclusivamente allo Sposo (il Messia) e alla Sposa (la Kehillah). Invece, gli amici dello Sposo e gli invitati prenderanno parte alla cena nuziale, che segnerà la gioia del Regno messianico sulla terra. Durante il banchetto gioioso, ci sarà un banchetto parallelo: tutti i cadaveri degli empi morti durante la tribolazione fungeranno da pasto per gli uccelli rapaci, il «gran banchetto di Dio» (Ap. 19,17). La Sposa condividerà quel momento a distanza, presso la tavola nuziale del Messia, anche con i patriarchi e i giusti del passato, che risorgeranno all’inizio del Millennio.
Gli "invitati" propriamente detti sono invece coloro che si convertiranno durante la tribolazione: se sopravvivranno, saranno considerati i superstiti; se moriranno per la loro fede, risorgeranno insieme agli amici dello Sposo per prendere parte al banchetto del Regno. Quindi, gli amici saranno considerati a loro volta invitati.
Nel contesto ebraico, i festeggiamenti nuziali delle famiglie più agiate duravano sette giorni e includevano nozze, banchetto e abbondanza di vino. Questo modello terreno riflette solo una parte della realtà celeste: i sette anni tra il rapimento e il ritorno glorioso del Messia sulla terra, durante i quali si svolgeranno le nozze in cielo.
Questa fase celeste inizierà con:
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La risurrezione dei defunti nel Messia.
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La trasformazione dei viventi in Lui.
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E quindi, in cielo:
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Il giudizio delle opere presso il bema (il tribunale del Messia).
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L’approvazione delle opere buone compiute nella fede.
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Le nozze vere e proprie, la Sposa è stata ufficialmente giudicata pronta per sposarsi.
Le nozze saranno un momento intimo e sacro, celebrato alla presenza del Padre, che unisce lo Sposo (Yeshua) alla Sua Sposa (la Kehillah). Lo Spirito Santo, sebbene non menzionato esplicitamente in questo contesto in Apocalisse, è certamente presente: è infatti Lui che ha preparato la Sposa sin dal giorno di Pentecoste (Atti 2) fino all’evento del rapimento. È lo Spirito il Testimone d’eccellenza delle nozze, è Lui che accompagna la Sposa all'altare nuziale. Il Padre è l'officiante.
E non a caso, in Apocalisse 22:17 leggiamo: «Lo Spirito e la Sposa dicono: "Vieni"».
Entrambi invocano la Parusia, perché lo Spirito abita nella Kehillah, Suo Tempio vivente. È proprio dalla comunione profonda tra lo Spirito e la Sposa che nasce l’invocazione del ritorno glorioso del Messia.
Spero di averti risposto. Shalom!